Cuba giorno 3: Trinidad, canchánchara e musica
- Elena Meoni
- 21 feb
- Tempo di lettura: 4 min
Giorno 3
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Anche questa mattina ci svegliamo a La Habana con una colazione preparata con tanta cura dai nostri hosts. Oggi hanno cucinato anche un flan spettacolare, simile al nostro creme caramel.
Mentre mangiamo scambiamo qualche parola con il padrone di casa che ci racconta della situazione attuale del paese.
Ci confessa che è molto dura, non arrivano molti beni di prima necessità, non c'è latte in polvere per i neonati, e al momento sono a corto anche di cose basiche come lo zucchero.
Si domanda perché gli Stati Uniti debbano attuare questa "vendetta" nei loro confronti che li sta rovinando.
La chiama proprio così, venganza.

Dopo colazione partiamo per la seconda tappa del viaggio, ci spostiamo a Trinidad, a circa 400km dalla capitale.
Per raggiungerla decidiamo di prendere un taxi colectivo, ossia un taxi che permette di dividere la corsa tra persone che vogliono raggiungere la stessa destinazione.
Questo permette di risparmiare notevolmente sui costi.
Lo chiama per noi il padrone di casa.
Il tassista passa a prendere tutti i passeggeri nei vari alloggi. In totale siamo 6, noi, con due ragazze tedesche e due ragazzi inglesi.
Nel tratto di strada tra Cienfuegos e Trinidad sembra di essere sulle montagne russe: ci sono salite e discese ripidissime ma davvero suggestive.
Il tragitto è quasi completamente in mezzo al nulla, lungo la strada la natura è rigogliosa, intorno a noi tutto è di un verde intenso, con tanti alberi di mango e banane.
L'autista va veloce, così quattro ore scarse dopo, siamo a Trinidad.
Anche qua alloggiamo in una casa particular, ad accoglierci troviamo tutta la famiglia, mamma, papà, due bambini piccoli, e Tony, un cucciolo di cane molto giocherellone.
Abbiamo una camera privata con anche l'aria condizionata, un po' vintage ma funzionante, un vero lusso. La casa è semplice ma molto bella, in stile coloniale, gli interni sono di colori accesi, e la zona giorno è all'aperto.
In bagno, come anche a La Habana, non si può buttare la carta igienica nel wc, perché si otturano facilmente gli scarichi.
La padrona di casa, Lily, ci fa alcune raccomandazioni. Dice di stare attenti al cibo e all'acqua, perché molti turisti si sentono male qui. Ci avverte che spesso va via la corrente ma che il governo ha assicurato che non dovrebbe succedere più.
Attenti al cibo e all'acqua, perché molti turisti si sentono male qui.
Usciamo per fare un giro della cittadina. Trinidad è piccola ma tenuta bene, piena di case colorate e strade acciottolate. Sembra più curata di La Habana, ma anche più turistica.

Ci fermiamo a bere la bevuta tipica del posto alla Taberna La Canchánchara, che ci ha consigliato la nostra host.
È fatta di aguardiente, miele, acqua e ghiaccio, e si chiama appunto canchánchara. C'è anche la versione analcolica.
Viene servita nel tipico bicchierino di terracotta. Sicuramente da provare, è semplice, buona e dissetante.
Anche in questo locale troviamo una band che suona dal vivo nel patio, bella atmosfera anche se molto turistica.

Ascoltiamo le raccomandazioni che ci sono state fatte, e per pranzo mangiamo al ristorante San José, uno dei pochi ristoranti pieni che abbiamo visto fino ad ora. Mangiamo sopas, insalata e pescado del día, tutto molto buono.
Dopo mangiato ci mettiamo a sedere in piazza per usufruire di un punto Wi-Fi e la nostra attenzione viene catturata subito da bambini del posto che giocano allo sport nazionale di Cuba, il baseball.
Il calcio sta all'Italia, come il baseball sta a Cuba.
Saliamo poi sul rooftop del bar Paladar a bere qualcosa di rinfrescante, e anche qua troviamo una band che suona bellissime cover cubane e internazionali.
Per cena andiamo in un ristorante del centro che ci consiglia la nostra host, ci dice però che non vuole responsabilità a riguardo perché sono anni che non ci è più potuta tornare.
Il menù sembra diverso dal solito, sfizioso, con varie tapas. Anche qua tanti ingredienti mancano e quindi ad esclusione prendiamo un taco di granchio e un burrito di cerdo.
Da bere prendiamo "dos cervezas internacionales". Lily ci ha spiegato che le birre internazionali ora costano meno di quelle nazionali perché a Cuba la produzione di birra è ai minimi storici e quindi conviene importarla. Ci confessa con un po' di rammarico che è da ormai tanto tempo che non può più comprare birra cubana.
Il burrito quando arriva sembra un po' troppo pasticciato e Andrea fa una premonizione che si rivelerà vera "Con questo burrito speriamo bene, ma potrebbe fare male".
Dopo cena paghiamo pochi pesos per entrare alla Casa de la Música, un locale all'aperto che si trova su per le scalinate della piazza centrale. Stasera suonano gli Ache Son.
Ci sono buenas vibras, così passiamo la serata ad ascoltare musica cubana e ad ammirare la gente del posto che balla la salsa magnificamente.

Taxi colectivo La Habana-Trinidad (2 pers.) | 35€ |
Canchánchara | 250CUP |
Pranzo (2 persone) | 2000CUP |
Cena (2 persone) | 1500CUP |
Ingresso Casa de la Música | 100CUP |
1 notte casa particular (2 persone) | 13€ |
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